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Rassegna stampa su “Angal Un villaggio e il suo ospedale tra passato e futuro”

Rassegna stampa su “Angal Un villaggio e il suo ospedale tra passato e futuro”

su Documentari, Parlano di me

L’Altro Giornale aprile 2015.pdf   L’Altro Giornale aprile 2015    News dagli Amici di Angal aprile 2015.pdf   News dagli Amici di Angal aprile 2015News dagli Amici di Angal aprile 2015News dagli Amici di Angal aprile 2015News dagli Amici di Angal aprile 2015News dagli Amici di Angal aprile 2015News dagli Amici di Angal aprile 2015News dagli Amici di Angal aprile 2015News dagli Amici di Angal aprile...

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Angal Un villaggio e il suo ospedale tra passato e futuro

Angal Un villaggio e il suo ospedale tra passato e futuro

su Articoli, Documentari, Prima pagina

Un reportage racconta la storia di Angal, un piccolo villaggio nel cuore dell’Uganda, al centro del quale circa 50 anni fa sorse un piccolo ospedale per l’opera instancabile di alcuni padri Comboniani. Nei decenni successivi la struttura sanitaria si è sviluppata grazie all’intervento ed alla presenza costanti di medici volontari del Cuamm (Medici con l’Africa). Oggi, a distanza di quasi mezzo secolo, il St. Luke Hospital è completamente africanizzato. L’Associazione non a scopo di lucro Amici di Angal è presente sul territorio per supportare l’Ospedale e la popolazione del suo villaggio. Ne parlano in questo servizio il dottor Mario Marsiaj e la moglie Claudia, che hanno dedicato gran parte della loro vita assieme per la realizzazione di un progetto tanto ambizioso quanto complicato, riuscendo a concretizzare il sogno di entrambi.     Cortometraggio   Articolo collegato: Angal come la Terra...

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Deccio: storia della Lucchesia narrata da Enrico Linaria

Deccio: storia della Lucchesia narrata da Enrico Linaria

su Articoli, Prima pagina

Deccio divertenti storie di un paesello della Lucchesia è l’ultima fatica letteraria di Enrico Pieruccini, che firma anche questa sua opera con lo pseudonimo “Enrico Linaria”. Circa 340 pagine davvero diverse che offrono “una visione della Toscana molto insolita”, in cui l’autore spazia tra ricordi che iniziano fin dall’infanzia e le speranze per un nuovo futuro per la sua terra d’origine. Un volume carico di emozioni, le più diverse e le più varie, quello che Delmiglio Editore ci propone con Linaria, offrendo al pubblico una nuova chiave di lettura e di interpretazione del testo attraverso singoli racconti, ciascuno corredato di note a piè di pagina, fotografie d’epoca e più recenti, schemi che descrivono esattamente parte dell’albero genealogico dell’autore e, per concludere, descrizioni particolareggiate dei fatti storici più significativi che comprendono il periodo di tempo che va dal dopoguerra fino agli anni Novanta del secolo scorso. Non mancano perfino alcune riproduzioni dei Tentavi “pittorici” che Linaria ha esperimentato come forma di espressione che, a suo dire, non gli appartiene ma che desidera comunque assecondare quel desiderio di pittura. Ma chi conosce l’autore apprezza soprattutto lo scrivere di sé, dei suoi cari, della sua gente, perché in questo modo gli è permesso immaginare un Enrico bambino e conoscerlo fin dalla più tenera età per quello che effettivamente è: lui, la sua storia, i suoi desideri, le sue passioni e quella voglia innata di vivere e di lottare per i valori in cui crede. Questo è un libro in cui traspare la sua passione mista ad una conoscenza acquisita sì dei fatti, ma soprattutto della vita, della vita in senso lato, della propria esistenza condivisa con quella del suo prossimo. E questo emoziona, ti rende partecipe di ciò che altrimenti non avresti probabilmente conosciuto, di una sensibilità innata ma coltivata negli anni e messa a disposizione di una collettività, la micro-comunità del paesello di Deccio, ma anche e soprattutto di una società che ha bisogno di ricordare alcuni valori essenziali per vivere bene insieme nel rispetto della natura e dei suoi simili. Una scrittura semplice per una narrativa ricca di humor, umanità ed autenticità, che lascia spazio anche a qualche istante di commozione, perché scritta con il cuore aperto e ricco di...

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Angal come la terra promessa

Angal come la terra promessa

su Articoli, Prima pagina

Angal, una terra lontana nel cuore dell’Africa centro-orientale, un villaggio dell’Uganda, in cui poche persone riescono ad andare, perché ad Angal non si va a fare visita agli amici e, tanto meno, a fare un viaggio di piacere. Ad Angal ci arriva chi ha nel cuore il desiderio di condividere, chi vuole fortemente dare la parte di sé che è rimasta incontaminata dai falsi valori del Mondo Occidentale e che è disposto a mettersi in gioco per chi da solo non potrebbe farcela, per chi solo sa ringraziarti con un semplice sorriso. Ad Angal da più di cinquant’anni medici e volontari prestano instancabilmente la loro opera al Saint Luke’s Hospital al servizio dei più bisognosi e dei più poveri, di coloro che, da pochi mesi di vita all’età matura, non riescono a gridare il loro bisogno di aiuto. In mezzo a quella terra rossa ed apparentemente inospitale riescono a fiorire gli alberi di frangipani che, insieme con i cespugli e le macchie di verde che crescono spontaneamente, addolciscono un paesaggio altrimenti aspro e malagevole per chi non è abituato a camminare scalzo. Ma proprio tutto questo è la forza di quel villaggio che apre le porte delle sue capanne senza chiederti chi sei e perché sei arrivata fino lì, ma semplicemente ti accoglie perché ci sei e perché partecipi alla vita dei suoi abitanti. Una promessa rimandata per ben quasi dieci anni, ma che finalmente ha trovato il modo di essere mantenuta, mi ha dato l’occasione di sentirmi una donna completa, madre nel cuore e nell’anima, e di offrire quella parte di me che ancora la vita non mi aveva permesso di porgere. Un desiderio irraggiungibile, un sogno che temevo di non poter mai realizzare, ma che invece il buon Dio ha voluto trasformare in realtà come per il suo popolo la terra promessa. Angal è stata la mia terra promessa e come tale mi ha regalato molto più di quanto io abbia potuto, nonostante i miei sforzi ed i miei servizi, offrire a lei ed ai suoi Alur. Resta una dolcissima nostalgia e l’impegno con me stessa di fare tesoro di una simile esperienza per ricordare, ricordare sempre, ciò che veramente è importante nella vita nel rispetto di chi...

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